martedì 30 giugno 2009

Caretta Caretta, Caterina la tartaruga marina


Erano le 12 e 40 del 18 giugno 2009 quando sono arrivata.

Da un paio di giorni mi aggiravo nel tratto che circonda la spiaggia stando ben attenta a non farmi vedere. Il mare ultimamente è diventato un posto pericoloso per noi tartarughe. So di alcune mie amiche che hanno ingoiato per errore, sacchetti di plastica o ami, e di altre che sono state pescate dalle reti dei pescatori. Fortunatamente gli uomini cominciano ad accorgersi dei propri errori ed hanno istituito dei centri in cui ci curano per poi rilasciarci in mare.
Ma io finora sono stata fortunata e anche questa volta è stato il cielo a darmi una mano… quel gruppo di stelle a forma di Scorpione, che si trova proprio in quel tratto di cielo sopra all’isolotto dei conigli, a Lampedusa, quella sera brillava di più, ed ho capito che quello era il momento giusto.
Anche tre anni fa avevo scelto la spiaggia dell’isola dei conigli per fare i miei 5 nidi e dare la vita ai miei piccoli.
Ho aspettato che la spiaggia si svuotasse completamente, lentamente mi sono avvicinata ed ho controllato che tutto fosse come doveva essere.
Si, era perfetto, non c’era nessuno nella spiaggia in cui sono nata. Nel buio ho cercato un posto sicuro per preparare la mia prima culla di quest’anno. Ho scelto la sabbia più fine e calda, cosi come a suo tempo fece la mia mamma e ho cominciato a scavare, ritmicamente, con le mie zampette posteriori.
Il nido era pronto.

A questo punto serve concentrazione, viene il momento più difficile e faticoso.
Ho chiuso gli occhi e respirato forte, cosi come la natura mi ha insegnato.
Poi, pian piano, non senza sforzo, ho cominciato a rilasciare le mie uova.

1, 2, 3…E intanto pensavo; secondo i miei calcoli i piccoli nasceranno tra 60 giorni, quando con il loro dentino (che subito dopo perderanno) romperanno l’uovo e vivacemente affioreranno tra la sabbia, verso la luce. …45, 46, 47…
Poi come ho già fatto io, si dirigeranno verso il mare e cominceranno a nuotare, senza fermarsi, ininterrottamente, per almeno 24 ore, finché al largo troveranno di che cibarsi.
…85, 86, 87.
87 uova, tonde e bianche. Appena ho finito le ho ricoperte di sabbia.
(le uova)

Poi ho battuto con le zampe un po’ la sabbia per nascondere il nido dai predatori e dai malintenzionati: una mamma ha il dovere di proteggere i propri piccoli.
Non tutte ce la faranno. Ma io spero di rincontrarle…. Sono le mie tartarughine.

Caterina, la tartaruga marina
altre foto qui
fonte delle foto La repubblica